Responsabile: Athos Callegari
Sede: Via Ferrata 1
Il Museo di Mineralogia dell'Università di Pavia nasce alla fine del ’700 ad opera dell'abate Spallanzani, come parte integrande del più ampio Museo Naturalistico pavese. Attualmente sono conservate alcune collezioni storiche acquisite nei primi anni dell’800: la collezione di agate e corniole e di materiali lavorati, quella di diaspri provenienti dall’Est Europea, e ancora la collezione di minerali provenienti da Freiberg, la più antica e importante città mineraria della Sassonia, e dalla cittadina slovacca di Banská Štiavnica (Schemnitz in tedesco), sede di un'importantissima scuola di tecnica mineraria conosciuta e apprezzata dal 1735.

Foto: Zolfo (S), associazione di cristalli con habitus bipiramidale. In alto, nella testata: dettaglio di Fluorite (CaF2) policroma.
Altre collezioni si aggiungono nei primi anni del ’900: la collezione Bianchi sui minerali della Val Devero e la collezione regionale, oltre ad una pregevole collezione di mineralogia sistematica. Sono conservate poi collezioni mineralogiche ad uso didattico e utilizzate nei vari corsi universitari. Di particolare interesse è anche una collezione di “pietre ornamentali” provenienti da tutto il bacino del Mediterraneo, nonché una piccola collezione di meteoriti, di cui una raccolta alla fine del ’700 dallo stesso Spallanzani nei dintorni di Siena.
Il Museo di Mineralogia dell'Università di Pavia conserva inoltre strumentazioni di interesse storico-scientifico databili alla prima metà del ’900. Gli strumenti esposti consentono di conoscere modelli originali di strumenti del passato, come la camera di precessione di Buerger, o il diffrattometro delle polveri.
Dal 2005 fa parte del Sistema Museale d’Ateneo.