Responsabile: Paola Nola
Sede: Zerbolò (PV)
La Riserva Naturale Integrale “Bosco Siro Negri” è stata costituita nel 1967 grazie a una donazione a favore dell’Università di Pavia da parte di Giuseppe Negri, privato cittadino pavese definito dalla stampa locale come «l'antesignano dell'ambientalismo», in memoria del fratello Siro.
L’area è diventata Riserva Naturale Integrale tramite Atto di istituzione da parte dell’Ateneo nel 1970, in occasione dell'Anno Europeo per la Conservazione della Natura. Nel 1973 è stata posta sotto controllo dell’allora Ministero dell’Agricoltura e Foreste. Nell’Atto di accettazione della donazione si dispone che il terreno che costituirà la Riserva venga «affidato alle cure del Direttore dell’Istituto ed Orto Botanico, con l’impegno a mantenerlo nello stato naturale in cui si trova, affinché, come tale sia destinato ad esclusivi fini didattici e scientifici».
Nel corso dell’evoluzione organizzativa dell’Università di Pavia, l’Istituto di Botanica è confluito a partire dal 2011 nel nuovo Dipartimento di Scienze della Terra e dell’Ambiente, titolare delle competenze di Botanica ambientale e applicata e di Botanica sistematica.
Foto: la silhouette della Riserva dominata da Quercus robur L. (farnie) e da Populus alba L. (pioppi bianchi), vista dalla via di accesso.
La Riserva Naturale Integrale “Bosco Siro Negri” è situata lungo il corso del fiume Ticino, in sponda destra, a circa 15 di chilometri dalla città di Pavia, per la maggior parte nel perimetro del Comune di Zerbolò e, per una piccola porzione, nel Comune di Torre d’Isola.
La sua estensione iniziale era di quasi 11 ettari, ma nel corso dei decenni l’area è diminuita di almeno 2 ettari per via dell’erosione da parte del Ticino. Due acquisizioni di terreni confinanti esterni, la prima nel 2008 (5,93 ha) e la seconda nel 2014 (1,79 ha), hanno consentito di estenderne nuovamente il perimetro. Attualmente l’Università di Pavia possiede circa 16,7 ettari.
La Riserva Naturale ospita un piccolo lembo superstite di foresta planiziale padana caratterizzata da una sospensione totale di tutte le attività di gestione fin dal termine della Seconda guerra mondiale. Si tratta in particolare di una foresta di latifoglie miste - 2.050 alberi nell'ultimo censimento - dominata da Quercus robur L. (farnia), Populus nigra L. (pioppo nero), Acer campestre L. (acero campestre), Populus alba L. (pioppo bianco), Ulmus minor Mill. (olmo minore).
Foto: Convallaria majalis L. (mughetto), tipica specie nemorale della Riserva.
Il “Bosco Siro Negri”, proprio per la sua caratteristica di riserva integrale, non è destinato alla visita da parte del pubblico, ma alla conservazione della vegetazione forestale spontanea della Pianura e delle relative specie in situ, cioè laddove esse naturalmente esistono. Le uniche attività sono quelle di ricerca scientifica dedicate a temi quali la struttura orizzontale e verticale della vegetazione, il dinamismo della vegetazione, l'ecofisiologia delle specie forestali, l'ecologia forestale, l'evoluzione della dendromassa a terra, la dendroecologia, la pedologia, la radiochimica del suolo, la micologia, la lichenologia, la zoologia dei vertebrati e degli invertebrati.
Al fine di presentare e di valorizzare in ambito didattico-divulgativo il patrimonio naturalistico della Riserva, nonché l'insieme dei dati derivanti dalle ricerche condotte al suo interno, è attivo il “Centro Didattico Divulgativo della Riserva Naturale Integrale Bosco Siro Negri”, adiacente all'Orto Botanico di Pavia (Via S. Epifanio 14).